PETER


Il signor Peter mi mostra il suo passaporto mentre mi parla del suo viaggio

La storia che sto per raccontarvi non è esattamente quella di un senzatetto, ma quella di una persona benestante che ha rischiato di diventarlo a causa di questa ultima pandemia.
Peter, originario della Svizzera tedesca, lui scherzando si definisce un “Tedescaccio”, è un dentista in pensione e da poco ha soffiato 81 candeline.
É partito per l’Indocina come volontario insieme ad un collega e si è innamorato della regione e della sua gente, sono 12 anni che vive in Cambogia.
L’ho conosciuto sul mio posto di lavoro, uno di tantissimi clienti che varcano la porta del negozio ogni giorno, quando si può si fanno due chiacchiere, così è stato con Peter. 

La prima impressione che si ha di lui è proprio di una persona alla mano, una persona buona e semplice. Ha il classico aspetto da nonno, ma senza bastone e con lo zaino in spalla.
Mi ha raccontato di dover andare in un paesino vicino ad Aúlla, luogo di origine della sua prima moglie, mancata 25 anni fa, con il desiderio di rilassarsi e ricordare i vecchi tempi. 
Poi mi ha raccontato che a inizio anno stava per tornare in Svizzera a trovare il figlio e mentre era a Bankok, per prendere l’aereo che lo riportasse in Europa, è rimasto bloccato dal lockdown mondiale e per 3 mesi è rimasto in Tailandia sopravvivendo con i contanti che aveva nel portafogli, all’incirca 3000€, e ad aiutare economicamente altri cittadini europei che erano bloccati con lui nello stesso hotel.
Ogni giorno controllava su internet i voli disponibili verso l’Europa, finché è riuscito a trovarne uno con Swissair che l’ha riportato in patria.
Un’attesa che doveva durare solo 2 o 3 giorni si è prolungata per più di 100 e se non fosse stato per i “cash”, come li definisce lui, chissà dove sarebbe ora?!

Commenti

Post più popolari